28 maggio ore 18 - THE HUB, MILANO, VIA PAOLO SARPI 8
Per uscire dalla crisi occorrono una pluralità di esperienze che siano in grado insieme di immaginarsi una possibilità di vita migliore. Occorre innanzitutto trattare dell’economia in modo trasparente rendendo l’economia accessibile a tutti, non vivendosi come semplici consumatori, accanto ad una costante cura dei processi partecipativi e democratici. È il modo di dare un contributo alla creazione di imprese (sociali) sane e soprattutto in grado di pensare e di agire. Non c’è solo un economia di scambio mercantile, c’è anche un economia di reciprocità e di dono. Mai come oggi è necessario ricordare che l’economia non è accumulare denaro. L’economia infatti è innanzitutto e nel profondo la scienza dell’ordine delle cose. C’è bisogno di un economia plurale, che riscopra il valore dell’armonia, che sappia individuare nuove gerarchie nel produrre e distribuire valore. Volenti o nolenti siamo immersi in un tempo economico, sapendo comunque che la pluralità è un valore, anche in economia. C’è da riflettere sulla dimensione artigianale e su quella industriale. E’ necessario mischiare con sapienza artigianato e industrializzazione a seconda dei casi, a seconda di cosa si deve produrre. Piccolo e grande, artigianale e industriale convergono sulla finalità: trovare la forma più adatta per il bene della comunità. La diffusa responsabilità che viene dalle forme di artigianato va curata e preservata è un grande valore ma si devono trovare connessioni strutturali con metodi e processi che sono in grado di affrontare anche grandi problemi su ampia scala. Questo è un punto di innovazione che ha bisogno di imprenditori che abbiano il gran gusto della loro terra ma anche la grande nostalgia del mondo.
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